Implantologia

La perdita di uno o più denti comporta un deficit funzionale (della masticazione) ed estetico ( altrettanto importante) che in passato veniva trattato esclusivamente con l’impiego di protesi dentarie o ponti. L’implantologia dentale offre un’alternativa a questo problema  mediante l’inserimento di uno o più impianti dentali nell’osso mascellare e/o mandibolare, ovvero nel posizionamento endo-osseo di dispositivi in titanio che permettono il sostegno di una protesi dentale tramite il supporto diretto dell’osso (processo di osteointegrazione). In questo modo l’impianto dentale può restituire al dente (o denti) mancante una connessione funzionale e strutturale  tra l’osso e la superficie dell’impianto stesso.
L’implantologia orale  moderna ha avuto inizio negli anni ’60  ad opera del ricercatore svedese P.I. Branemark (1969), che ha appunto introdotto il concetto di osteointegrazione, ovvero del principio biologico in cui avviene il contatto diretto tra impianto in titanio ed osso, senza interposizione di tessuti molli” (Branemark 1977).
I requisiti fondamentali per ottenere l’osteointegrazione sono tre:

  1. L’impiego di materiali biocompatibili che non provocano rigetto, quali il TITANIO
  2. L’applicazione di una  tecnica atraumatica che consenta di ridurre il trauma chirurgico e termico a carico dell’osso
  3. Una fase di guarigione degli impianti per ridurre al minimo il rischio di infezione e di carico precoce degli stessi

Gli impianti dentali sono attualmente disponibili in differenti forme, diametri, lunghezze, superfici esterne e rivestimenti (Fig. 3). In particolare negli ultimi anni le aziende produttrici hanno realizzato tante modifiche delle superfici e dei rivestimenti, sempre alla ricerca della miglior performance clinica, ovvero che inducesse minor perdita di osso o minor rischio di infezione (peri-implantite), ma come riportato in seguito non ci sono per ora differenze significative in proposito.
La protesi dentaria che verrà connessa agli impianti dentali può essere posizionata in tempi diversi, a seconda dei tre protocolli attualmente noti:

  • A carico immediato
  • A carico precoce ( dopo 2-10 settimane nella mandibola o 9-14 settimane nel mascellare)
  • A carico differito ( almeno dopo 3 mesi nella mandibola e dopo 6 mesi nel mascellare)

Sebbene tutti i suddetti protocolli abbiano alte percentuali di successo quello a carico immediato presenta maggior rischio di insuccesso ad 1 anno, e quindi non va utilizzato in tutti i casi, come spesso viene pubblicizzato in tale ambito.

Quando è indicato mettere un impianto dentale?

Le indicazioni sono le seguenti:

  • L’assenza o perdita di uno o più denti dovuta a varie cause
  • La presenza di una frattura coronale di uno o più denti tale da non permettere una sua ricostruzione
  • L’insuccesso di una terapia endodontica ( di una cura canalare)
  • L’ancoraggio di protesi mobili

Come si procede per mettere un’impianto dentale?

E’ una procedura effettuata in anestesia locale e spesso meno traumatica dell’estrazione di un dente: il tempo necessario per il suo posizionamento è di qualche minuto (Fig. 4-5).
L’impianto va a sostituire la radice dentale e la protesi ad esso collegata permette di avere un dente con l’aspetto estetico e la funzionalità di un dente naturale (Fig. 6-7-8-9-10-11).
Fortunatamente i casi in cui NON si possono mettere gli impianti sono rari, ma talvolta il loro inserimento richiede tecniche chirurgiche più complesse.
Negli ultimi anni la tecnica implantare - sia per i successi ottenuti sinora che per la semplificazione delle tecniche - viene considerata la scelta terapeutica migliore dalla maggior parte degli odontoiatri: naturalmente come tutte le tecniche chirurgiche richiede l’acquisizione di esperienza e aggiornamento.
Nel nostro studio l’implantologia dentale è ormai applicata dal 2000 in numerosi contesti clinici e in caso di necessità si applicano tecniche di rigenerazione ossea con l’impiego di fattori di crescita autologhi. La maggior parte delle tecniche di ricostruzione ossea sono ormai ben tollerate grazie anche all’utilizzo di farmaci adeguati.
L’implantologia è una branca moderna dell’odontoiatria  ed in via di continuo sviluppo, pertanto è  caratterizzata da un marketing aggressivo e dalla crescente competitività  tra le aziende produttrici.
Per l’implantologo è dunque fondamentale considerare quello che è stato scientificamente dimostrato dagli studi statisticamente significativi. Secondo i più recenti dati pubblicati dalla letteratura internazionale (Esposito 2014) non c’è attualmente evidenza clinica che dimostri la superiorità di un certo tipo di impianto su  un altro in ambito di successo a lungo termine dell’impianto stesso, ovvero non c’è differenza di osteointegrazione usando impianti diversi.
Quindi la riuscita dell’impianto è simile tra le diverse tipologie e marche: la differenza sta nella possibilità di ricostruzione della corona dentale, e quindi è principalmente un fatto estetico.
Le migliori aziende propongono numerose soluzioni protesiche, tali da permettere la soluzione di ogni singolo caso.
Il trattamento di precisione per le componenti protesiche ed i processi di decontaminazione che permettono di rimuovere qualunque impurità residua della lavorazione industriale, costituiscono gli altri due fattori da tenere in considerazione.
Gli impianti utilizzati nel nostro studio sono prodotti e confezionati in conformità agli standard internazionali ISO-9001:2000 e ISO 13485:2003, certificati ed autorizzati FDA-American Food and Drug Administration e certificati CE.

fonti:
- Esposito M, Ardebili Y, Worthington HV (2014). Interventions for replacing missing teeth: different types of dental implants.The Cochrane Library 2014, Issue 7
- C.Gatti, Chiapasco M, Cosentini P et al 2009.Manuale illustrato di implantologia orale.